Articolo pubblicato su Studi Cattolici, n° 691, settembre 2018

«Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6, 38). Gesù ci indica la strada del cielo: se misuriamo le persone intorno a noi con la misericordia e non con le loro azioni, anche Dio ci misurerà con la sua misericordia infinita e celestiale, e non con le nostre ben misere azioni. Il Vangelo è l’annuncio del trionfo della misericordia di Dio, che si rivela come Padre, che ama tanto gli uomini da mandare il Figlio (cfr Gv 3, 16). La sua è misericordia di padre che dona gratuitamente la sua vita agli uomini che si uniscono al Figlio. Ci è dato vivere da figli. L’uomo non è Dio a se stesso, non è padrone della propria vita, come la modernità e il mondo han voluto farci credere. L’uomo è dipendente. Ma da figlio, nell’amore, in libertà, non da servo sottomesso. Il figlio deve essere grato del dono gratuito (4° comandamento del Decalogo) e a sua volta deve trasmettere dono: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8). Siamo nel cuore del Vangelo: la misericordia del Padre per il peccatore che ci rende capaci di essere misericordiosi.

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