Si tratta del mio libro più importante. La quarta ristampa è del 2009. Nei commenti ai miei scritti si trovano testimonianze di grande rilievo. Gesù dice che non possiamo capire il Vangelo senza Spirito Santo, ma solo Gv 16, 8-11 ci dice di cosa deve convincerci: di peccato, giustizia, giudizio. A ben vedere  in queste tre parole c’è il segreto del Vangelo, ma stranamente nessuno si è mai impegnato a penetrarle. Qualche parola nei commenti al Vangelo di san Giovanni, ma del tutto insufficienti. Solo Giovanni Paolo II nell’Enciclica Dominum et vivificantem, dedicata allo Spirito Santo, ha una pagina sul convincimento di peccato, ma non dice molto. Si parla molto, oggi, di Dio-amore, che ama il peccatore senza limiti, ma il risultato non è molto visibile; il fatto è che non si è convinti di peccato, di come cerchiamo amore in modo spasmodico, ma non da Dio, ma dagli uomini. Siamo tutti condizionati profondamente dall’amore proprio, amore rovesciato, che ci rende idolatrici, capaci di caricare di assoluto quelle prestazioni che ci ottengono immagine davanti agli uomini, in sostituzione dell’immagine divina. Si tratta del peccato  originale, ben diverso dai peccati al plurale, di cui la coscienza qualcosa ci dice. Ma c’è un peccato di cui solo lo Spirito Santo può convincerci,  e riguarda il bisogno assoluto di amore che si chiude in appartenenze umane. Per avere immagine nella nostra “chiesa segreta” siamo pronti a qualunque sacrificio, mentre per l’amore di Dio siamo molto restii a dare qualche minuto o qualche centesimo. Si deve penetrare nel bisogno di relazione primaria in cui tutti viviamo e capire che ciò porta che tutti abbiano una loro “tribù” di appartenenza, sotto le più diverse spoglie, sublimi o perverse, per la quale siamo disposti a fare tutti i sacrifici necessari, fino alla morte. Si muore per Hitler, per l’Isis, per Che Guevara, o per Gesù Cristo. La differenza sta nel contenuto della “chiesa” cui si appartiene. Ma il cuore è lo stesso: bisogno di essere riconosciuto e valutato nella propria cerchia significativa. Particolarmente importante è leggere il capitolo “Idolatria nella vita dei cristiani”, con tante sorprese.
Per capire i tre convincimenti dello Spirito Santo occorre vederli insieme. Lutero aveva capito parecchio del primo e del secondo, ma non del terzo. Il secondo: convinti di giustizia, non riguarda certo la giustizia commutativa, di cui siamo ben convinti: “guai se mi fanno la più minima ingiustizia!”). La giustizia  dare a ciascuno il suo. Ma ora si può scoprire che Dio che ritiene di giustizia dare all’uomo quello che è di Dio!  Si tratta di una giustizia di cui solo lo Spirito Santo può convincermi: dono di grazia: Dio ci fa figli suoi, dono infinito di misericordia. Il capitolo  sull’Ascensione ha sorpreso molti ed aiuta oltre ogni dire a penetrare nel cuore della novità cristiana: la Risurrezione non è una vittoria umana, un lieto fine, ma un mondo nuovo guadagnato da Cristo sulla Croce, con un amore che abbraccia ogni sconfitta, ogni fallimento: maledetto (da Dio!) chi pende dal legno. Scomunicato da Dio stesso presso il popolo di Dio! L’ascensione consacra per sempre la sconfitta umana, la radicalità della Croce, “perché vado al Padre e non mi vedrete più” è la spiegazione che Gesù dà del convincimento di giustizia.
Infine il convincimento di giudizio (con la spiegazione enigmatica di Gesù: “perché il principe di questo mondo è già stato giudicato”), riguarda il comandamento nuovo, la nuova appartenenza primaria carismatica creata dallo Spirito Santo a Pentecoste. Bisogna dire che pochissimi cristiani sono consapevoli di cosa vuol dire tutto ciò. Ma ci si gioca l’amore nuovo, il comandamento nuovo, l’amore che sana tutte le ferite, le lotte, le divisioni, le paure: “da questo riconosceranno che siete miei discepoli”. Nel libro si trovano approfondimenti sulla novità dell’amore in Cristo, sul perdono divino, sulla nostra misericordia e soprattutto sui pastori che devono reggere i cammini cristiani sottoponendo la responsabilità alle persone, l’istituzione alla comunione. Quanti errori si fanno, pur con buona volontà!