Il sottotitolo un po’ strano: “perché essere cattolici fin da giovani” si capisce alla fine del libro, dopo aver scoperto il condizionamento del gruppo primario nei giovani, quando questo è composto solo da coetanei. Le attese dei coetanei non portano in genere nulla di buono e tanti giovani si perdono proprio perché da giovani non hanno trovato una comunione cattolica, dove non ci sono solo coetanei e pone le fondamenta di una vita feconda. Capendo bene il condizionamento dell’amore e della relazione vitale che detta legge al cuore di tutti (tema che affronto in quasi tutti i miei libri), si può scoprire il modo meraviglioso con cui Gesù ci salva dalle spire del settarismo presente in tutti sotto le forme più diverse. Un amore più grande libera da ogni paura, da ogni schiavitù. Non c’è schiavitù peggiore di quella che fa dipendere la nostra felicità dal consenso in un gruppo primario chiuso su se stesso: se per essere felice ho bisogno del successo, della fedeltà degli altri ai miei legami familiari, di fidanzamento, di amicizia, di solidarietà sociale, di fatto dipendo dalla volontà altrui, anche se l’imperativo collettivo del politically correct mi fa credere che a scegliere sono io in piena libertà. Se la comunione in Cristo, possibile solo nella Chiesa (ma purtroppo assai rara) mi prende il cuore, mi libero dai legami negativi e avvaloro e rafforzo anche i legami umani positivi, tra cui l’amore umano e l’amicizia.
Il libro ha tre capitoli: il consenso per vivere in cui tutti ci muoviamo, la risposta di Gesù al grande bisogno di amore del cuore umano, la comunione primaria in Cristo che si può dare solo nella Chiesa. I giovani che l’hanno letto ne hanno tratto grande giovamento.